La pagina Humans Of New York racchiude le storie delle persone abitanti della città di New York. Ho letto storie su storie, battute su battute, e storie strappalacrime su storie strappalacrime. Ma la storia che mi ha colpito di più è stata quella di una donna turca e di suo marito:
"Mio marito ed io abbiamo venduto tutto ciò che avevamo per permetterci il viaggio. Lavoravamo 15 ore al giorno in Turchia finché non avevamo raggiunto abbastanza soldi per partire. Il contrabbandiere ha messo 152 persone, compresi noi, su una barca. Non appena abbiamo visto la barca, molti di noi sarebbero voluti tornare indietro, ma lui ci ha detto che chiunque fosse tornato indietro, non avrebbe ricevuto un rimborso. Non avevamo scelta. Sia il ponte, che la cabina inferiore erano piene di persone. Le onde cominciavano ad entrare nella barca così il capitano ha detto a tutti di buttare i propri bagagli nel mare. Nell'oceano abbiamo colpito un masso, ma il capitano ci disse di non preoccuparci. L'acqua cominciava ad entrare nella barca, ma ancora lui ci disse di non preoccuparci. Noi eravamo nella cabina inferiore e cominciò a riempirsi d'acqua. Era troppo stretto affinché noi ci potessimo muovere. Tutti cominciarono ad urlare. Io e mio marito fummo gli ultimi ad uscirne vivi. Mio marito mi spinse fuori dalla finestra, si tolse il giubbotto di salvataggio e lo diede ad una donna. Nuotammo più a lungo possibile. Dopo parecchie ore, mi disse che era troppo stanco per nuotare e che sarebbe rimasto a galleggiare e riposarsi. Le onde erano alte. Potevo sentirlo urlare il mio nome, ma venne trascinato lontano, lontano da me. Alla fine una barca mi trovò. Non trovarono più, da allora, mio marito."
(Kos, Grecia)
Storie del genere mi fanno sempre riflettere, e mi fanno pensare soprattutto a chi, non facendo nomi, si permette di dare dei terroristi e dei ladri alle persone immigrate. Nessuno, e dico nessuno, meriterebbe di trovarsi in una condizione del genere.
Nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento